Nell’ambiente oggi adibito a vano montavivande un tempo vi era una cappellina dedicata a Santa Barbara, protettrice di torri e fortezze.
È plausibile far risalire la realizzazione della cappella agli interventi seicenteschi di ampliamento del Salone Maggiore: il piccolo oratorio di devozione privata non risulta nella visita pastorale del 1574 mentre è citato nella visita apostolica del 1742.
Negli inventari della Rocca del 1795 e 1812 è documentata la cappellina attigua al Salone Maggiore completa di altare e arredi sacri come pure è rappresentata nelle piante settecentesche del perito Antonio Laghi.
In un inventario del 1826 l’oratorio disadorno appare pressochè in disuso, tanto è vero che nel 1834 ne fu realizzato uno nuovo nell’ala a sinistra della Sala Maggiore, nel “quartiere del mastio”, dedicato alla Madonna Immacolata.
La piccola cappella privata di Santa Barbara scomparve nel XIX secolo, a causa delle trasformazioni della cucina al piano terra e la costruzione del montavivande e di nuove canne fumarie che ne occuparono in parte il vano, demolendo l’antico assetto della cappella.
Venne inoltre realizzata una nuova copertura di questo piccolo ambiente con una volta a botte, abbassandolo in altezza rispetto all’originale soffitto dell’antica cappella seicentesca, presumibilmente ancora in essere.